Anonima Consulta

L’alba d’un gran giorno si leva per Posada: spunta sconsideratamente l’ipotesi di istituire una consulta anonima.

L’Anonima Consulta avrebbe l’assurdo scopo di non avere scopi, finanzierebbe attività senza avere finanziamenti, svilupperebbe idee con la totale assenza di queste; l’utilità di quest’associazione non esisterebbe, e non credo ciò scandalizzi nessuno vista l’innumerevole stirpe di progetti e cantieri privi d’ogni apparente (e non solo!) finalità sociale.

Ogni paese che si rispetti vanta tra le proprie istutizioni una consulta, e Posada non vuole essere da meno.

L’età d’ingresso non dovrebbe essere vincolante, con un saldo legame tra anziani e giovini in un miscuglio di proposte atte a disorientare il popolar ingegno. Uno dei settori più cari della consulta viene ben esplicato col termine “nulla” o “niente”.

Immaginate un blog, rappresentante la nostra beneanonima consulta, dove appaiono diverse categorie contenenti disparati argoment: sport, musica, feste, sagre, cultura, ecc…uno di questi settori, il nulla, sarebbe senz’altro il maggior contenitore di post, anzi l’unico, con lo scopo puramente inutile di avanzare delle proposte sul niente, buone al nulla.

Le rissose riunioni consultive rappresenterebbero un increscioso spettacolo sulle rivalità tra le diverse correnti interne al gruppo: una parte proporrebbe l’immobilità parziale, circoscritta a brevi periodi dell’anno e intervallata da momenti di ozio totale; l’ala radicalmente estremista avanzerebbe la linea della fermezza, senza se e senza ma; i moderati si mostrerebbero propensi alle idee dei primi ma anche aperti al dialogo con gli acerrimi oppositori.

Un mediatore vario ed eventuale porrebbe fine agli scontri dialettici, concludendo il congresso con un discorso appacificatore che non aggiungerebbe niente di nuovo rispetto a quanto già non detto prima.

Ad ogni festa paesana si noterebbe l’incresciosa mancanza dell’Anonima, apostrofata dai locali con espressioni quali “sempre la solita zuppa” o “non c’é mai niente di nuovo” e ancora “ogni anno la solita solfa”. Terreno fertile per i maggiori criticoni della zona, con un raduno preventivo ed organizzante le frasi da utilizzare in ogni occasione, sempre e comunque. Maggior turismo, maggiori introiti, altri campi da calcio e nuove attività inutili da sviluppare. E la ruota gira…

Zone pedonali, erba e mercatini

Se c’è davvero un problema con il traffico a Posada è sicuramente legato alla sicurezza delle strade.

Ci sono alcune parti della rete stradale posadina che spaventano i neo-patentati e chiunque non abbia un fuoristrada o un monster truck a disposizione. Sono sempre le solite strade che nessuno ha mai voglia di aggiustare, che ogni anno aggiungono un paio di buchi alla collezione, dove non c’è bisogno di limite di velocità perché chi ci corre si smonta la macchina con gli urti e le vibrazioni. Se riesce a restare nella propria corsia, o se la propria corsia esiste ed è segnalata, cosa non tanto scontata a Posada.

In fondo però è ovvio che sia così: chiunque gestisca le spese comunali sembra comportarsi come un bambino che vuole quel giocattolo appena visto nella vetrina di un negozio. E come ci dovremmo comportare noi, se i bambinoni che abbiamo (hanno) eletto hanno adocchiato un campo in erba da settecentomila euro? Tiriamo fuori il portafoglio e paghiamo. A rate. E poi non ci restano più tanti soldi per mettere a posto le strade, o per renderle accessibili ai disabili. O sicure per i ciclisti.
Speriamo almeno che la prossima cosa che salta in mente ai nostri bambinoni non sia una riproduzione del Colosseo.

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